Nell’ultima uscita del “Punto” preannunciavo che avremmo dovuto convivere per un certo periodo con le uscite, più o meno estemporanee, dei vari nuovi Ministri. Puntualmente quanto previsto si è avverato e sui giornali che pubblicano le interviste dei nuovi uomini di governo si possono leggere proposte e dichiarazioni che definire ardite è un eufemismo.
Un tema, in particolare, sembra affascinare i nostri governanti. La sostenibilità ambientale. L’argomento è così serio da non poter essere affrontato con dichiarazioni strumentali, per lo più derivanti non da analisi scientifiche ma frutto di opinioni che vanno per la maggiore. La giovane fanciulla presa a testimonial della iniziativa parla solo a slogan ma non fornisce dati. Chi finanzia la campagna? Se provassimo a vederla anche sotto questa luce forse il tutto potrebbe assumere un aspetto differente. Sottovalutare i temi ambientali sarebbe delittuoso. Giusta la sensibilizzazione della pubblica opinione ma occorrerebbe altrettanto dare lo spazio adeguato a chi potrebbe fornire elementi di valutazione scientifica. Chi conosce i contenuti che un elevato numero di scienziati ed esperti ha elaborato sul riscaldamento globale antropogenico? Non ne parla nessuno!
Tra le iniziative annunciate una riguarda il tema dei trasferimenti di risorse legati ai singoli settori. Qui la scure si abbatte sulle attività inquinanti e quindi considerate responsabili del cambiamento climatico. Ho già avuto modo di dire che preferisco le analisi dei professori Rubbia, Zichichi o Battaglia alle affermazioni di una ragazzina, simbolo della battaglia all’inquinamento globale. Così come non mi impressionano i cortei di giovani portati in piazza. Niente di nuovo. Il dubbio che si voglia trasformare la questione climatica in un business, come in anni lontani si fece sciaguratamente con il nucleare, strumentalizzando i giovani che si erano convinti che battersi contro il nucleare era giusto, va fugato. Il nemico da evitare è la superficialità. La plastica ed il gasolio, questa è la tesi, inquinano e quindi la nuova fonte miracolosa, senza evidenziare come venga prodotta l’energia elettrica verso la quale si vuole indirizzare il mondo. La deturpazione poi dell’ambiente, realizzata in diverse regioni con le pale eoliche, è un ulteriore esempio che costa ma che è ignorato dai nostri mezzi di comunicazione. Prevedere poi che tra qualche tempo, si porrà l’esigenza dello smaltimento delle batterie, è fin troppo facile. Ma oggi nessuno sembra preoccuparsene. Chi ha assistito alle campagne a favore della plastica ricorderà la tesi che con l’utilizzo delle bottiglie di plastica si sarebbe ridotto il numero dei mezzi pesanti. Un autotreno che trasporta bottiglie di plastica ne sostituisce più di venti, si diceva; oggi il concetto non vale più? Con le batterie sarà la medesima cosa; è solo questione di tempo. Chi propugna l’energia elettrica dovrebbe porsi il problema oggi di come e dove smaltirle. I rischi di una reale emergenza non sono frutto di fantasie.
Assodato che sui temi legati all’ambiente l’equazione è: cambiamenti climatici = inquinamento, il passo successivo è far emergere la necessità di colpire le fonti inquinanti come il gasolio e le benzine. A queste valutazioni non sfuggono neppure le recenti fonti energetiche. In questi giorni vi è chi prova a sostenere addirittura che LNG sia inquinante più del diesel. Un vero e proprio festival delle idee più strampalate.
Ora il Governo ha annunciato che interverrà riducendo i trasferimenti concessi per compensare le accise per l’autotrasporto. Naturalmente non viene specificato che sotto la voce autotrasporto si intende anche il TPL, trasporto pubblico locale. Così si penalizza la forma collettiva di trasporto assicurata dagli Enti locali. E per il trasporto merci si viene meno ad accordi assunti con gli operatori del settore. Attendersi manifestazioni di protesta, sembra ovvio. Oltretutto si puniranno le imprese che hanno scelto di investire in veicoli di nuova generazione che già sostengono, come dimostrato dallo studio di Confcommercio presentato al 4° forum di Cernobbio, un costo più elevato, rispetto a coloro che utilizzano veicoli di vecchia generazione. Potrebbe avere un senso la proposta di Lega Ambiente, che ipotizza di penalizzare i veicoli più obsoleti e destinare il risparmiato all’acquisto dei nuovi automezzi meno inquinanti. Ciò che occorre è confronto e razionalità.
Il fondamentalismo va evitato. Invece ci troviamo di fronte a scelte improvvisate e demagogiche che non si pongono l’obiettivo di ricercare la soluzione ottimale per un problema, ma dimostrare che si interviene per accontentare coloro che gridano di più e, speriamo così non sia, a tutelare qualche interesse particolare.
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