IL PUNTO di Paolo Uggè

4 Ottobre 2019 TUTTE LE CIRCOLARI

Il linguaggio consente di esprimersi usando le parole con le quali si può dire di tutto ed il suo contrario. Ecco perché 3mila anni fa nacque la logica che prevede formule matematiche e scienza. Logica significa produrre un modello matematico. Quindi non solo parole ma formule”. Questo l’incipit di un articolo redatto dal professor Antonino Zichichi in questi giorni, pubblicato su “Il Giornale”, che si conclude con una precisazione che non lascia spazio a dubbi: “il cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarle vuol dire rimandarne la soluzione. Il riscaldamento globale dipende dal motore meteorologico, dominato dalla potenza del Sole che incide del 95% a differenza delle attività umane che impattano per il solo 5%”.

La prima parte evidentemente era rivolta ai tanti tuttologhi che si esprimono con “parole” su questioni di un valore scientifico dimenticando che, senza usare il rigore logico di un modello matematico, non si ottiene il legame con la realtà (sempre il professore che parla). La conclusione dovrebbe indurre a non accettare un fatto che è determinato dalla potenza del Sole per portare avanti tesi terroristiche, utilizzate per altri scopi ma, senza se e senza ma, affrontare il tema dell’inquinamento con interventi realmente funzionali al suo abbattimento. Aggiungo, di mio, conciliando il più possibile le esigenze dell’economia con l’ambiente.

Vorrei ancora una volta ricordare che nel 1987, così afferma in una ricostruzione Giulio De Donato, già vice segretario del PSI per il giornale l’Indipendente, un referendum bocciò l’utilizzo del nucleare che produsse la rinuncia a quella fonte di energia. Il tutto a causa di una scelta politica di un partito che attuò, dopo la sciagura di Chernobyl, una campagna efficace di comunicazione che portò alla vittoria dei No alla domanda sul nucleare. Il risultato fu che per coprire il deficit del 17% di energia l’Italia è costretta ad acquistarla da paesi che confinano con il nostro. Così gli italiani pagano costi più elevati e sono soggetti al rischio, di fronte ad un incidente alle centrali, di subirne le medesime conseguenze.

La domanda, o se preferite il dubbio, che potrebbe insorgere vedendo come viene utilizzato dai media, dai messaggi pubblicitari stessi e da una classe politica non proprio eccelsa, è se non si stia ripercorrendo, dopo anni, la medesima strada. Una cosa è scontata. Se così fosse le conseguenze le pagheranno le imprese ed i cittadini, mentre qualcuno ci guadagnerà.

Queste mie riflessioni possono essere anche non condivise ma credo che sul fatto che siano gli scienziati a doversi pronunciare con “logica e formule” su un tema scientifico non si possa che essere concordi.

Sia ben chiaro non si contestano le misure idonee ad affrontare il tema dell’inquinamento e della tutela del nostro ambiente. Si chiede solo di intervenire con cognizione di causa e senza demagogia. Gli interventi sono necessari, se finalizzati adeguatamente. Interventi lineari contro categorie in particolare non sono utili, anzi sono dannose per il Paese e gli operatori nazionali.

Proviamo a domandarci se l’inquinamento sia un elemento italo/europeo o se invece esistano paesi come gli U.S.A, la Russia, l’India, la Cina, l’Africa (cito quelli che sono indicati tra i più inquinanti) che concorrono con le loro attività a determinare fonti inquinamento nel mondo. Pensiamo inoltre se questo aspetto abbia influenza sulla competitività. Infine poniamoci la domanda di come viene prodotta l’energia elettrica oggi e come nel prossimo futuro si potranno smaltire le batterie. Forse l’interesse, la voglia di informarsi o di tener in considerazione quello che più di 500 scienziati del mondo hanno descritto nella petizione sui temi legati ai cambiamenti climatici, sarebbe più determinata.

In conclusione tagliare trasferimenti alle imprese in modo lineare e demagogico è una bestialità che non può essere accettata in quanto dannosa. Intervenire con misure adeguate, non punitive e parte di una vera e propria strategia, sentendo ovviamente anche le parti interessate, è dimostrazione concreta di volontà reale di cambiamento. Personalmente ricordo di aver introdotto misure che andavano in quel senso sin da quando ho avuto l’onore di partecipare al Governo e di aver supportato, insieme ad altri rappresentanti della categoria in tempi successivi, azioni identiche proposte da qualsiasi governo. Quello che non è più accettabile è la superficialità, la demagogia e ogni forma di penalizzazione. Prendere i cittadini per stupidi è vergognoso!

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