COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
Fine ed inizio settimana convulso innescato dalle dimissioni di due Ministri e un Sottosegretario di Italia Viva. Ieri il Governo, dopo la Camera, ha ottenuto la fiducia anche al Senato. Non c’è da essere tranquilli in quanto occorrerà attendere le decisioni del Presidente della Repubblica. Il Governo ha ottenuto al Senato la fiducia ma non la maggioranza assoluta (161). Alla Camera lunedì l’ha invece avuta con uno scarto di soli sei voti. Il che vista l’ampia maggioranza che l’Esecutivo aveva in quel ramo del Parlamento non attribuisce una sensazione di compattezza.
Tutto questo in una situazione economica che ogni giorno che passa diviene sempre più preoccupante e che vede il deficit del Pil incrementare. Accetterà la Commissione europea il documento sul Recovery Fund che il Governo italiano deve presentare a breve? Avrà fiducia degli impegni di un Esecutivo che non sembra godere di una buona salute? Le dichiarazione del Commissario Gentiloni, che non è un nostro nemico, non sembrano siano rassicuranti.
La terza questione è legata all’introduzione di limitazioni delle libertà individuali e di intraprendere che con le nuove disposizioni il Governo ha ancora rinnovato. Limitare i consumi significa meno produzione e meno trasporti.
Il Governo Conte probabilmente supererà questa fase e potrebbe anche rafforzarsi con nuove adesioni di singoli parlamentari ma poi occorrerà vedere quali prezzi dovrà pagare ai “responsabili”. L’espressione azzeccata, credo appartenga all’onorevole Clemente Mastella, sui responsabili non sembra promettere bel tempo a livello politico. Questi, dice Mastella sono come le “amanti che prima o poi pretendono di essere riconosciute”.
Intanto a livello sociale: le regioni sembrano sempre più contestare la gestione relativa alle misure che sono state decise; i ristoratori iniziano a sfidare le ordinanze di chiusura; gli operatori del terziario e delle attività sportive (palestre, piscine, centri sportivi mondo dello sci, etc) chiamano in giudizio il Governo e già alcune sentenze sostengono l’illegittimità e l’incostituzionalità delle misure. Se poi partiranno i licenziamenti, la conseguenza è facilmente intuibile. Cosa dobbiamo attenderci se non un inasprimento dei rapporti sociali?
In queste ultime giornate l’Austria è tornata a riprendere l’azione che penalizza pesantemente l’economia italiana e l’attività delle imprese di trasporto. Uno studio della Camera di Commercio di Bolzano dimostra che nel periodo di limitazione del traffico i livelli di inquinamento non sono scesi. Il che dimostra che la tesi sostenuta dall’Austria sul fatto che le misure mirano a salvaguardare l’ambiente è fasulla. Fai/Conftrasporto ha segnalato questo aspetto. Intanto i Ministri di Italia e Germania hanno chiesto alla Commissione europea un intervento deciso. Una iniziativa adeguata che ha visto la ministra De Micheli parte attiva ma che rischia di produrre i propri effetti tra un po’ di tempo. Maggiori costi che, nel frattempo, si aggiungeranno a quelli che le imprese di trasporto stanno già sopportando per l’incremento dei costi generata dall’uscita della Gran Bretagna dalla U.E.
In questa situazione pesante invece di fornire certezze sembra restino invariati i momenti di confusione determinati da una comunicazione incontrollata. Lo dimostrano le correzioni sul nuovo DPCM che prima in modo evidente dava per vietato lo spostamento tra le regioni, poi corretto dopo che il Corriere della Sera aveva invece sostenuto che il divieto non esistesse; che il ministro Speranza dichiarasse di non saperne il motivo del cambiamento. Per non parlare delle dichiarazioni attribuite da un blog autorevole al signor Brusaferro che alle ore 15,58 di domenica dichiarava: pandemia in ricrescita” Rt cresce a 1,09 ed alle 17,02 invece annunciava: la curva inizia a decrescere” siamo felici della seconda, che mal si concilia con la prima ma non possiamo fare a meno di chiederci se questo sia il modo responsabile di fare comunicazione su una vicenda che in modo del tutto evidente coinvolge l’emotività dei cittadini.
Intanto si registrano anche sentenze (tribunale di Milano, giudice di pace di Frosinone) che annullano le sanzioni emanate a chi non rispetta le disposizioni in vigore e sostengono anche l’incostituzionalità dei provvedimenti del Governo.
Una situazione che definire complessivamente preoccupante ritengo sia adeguato. Noi dobbiamo come cittadini, ma come rappresentanti di interessi, continuare ad impegnarci, se fosse possibile ancor di più. Lo dobbiamo alle nostre imprese.
Temi come il rinnovo del contratto di lavoro, i possibili aggiustamenti sui costi minimi della sicurezza che, immagino la committenza abbia, con suoi interventi, fatto richiedere dall’Autority dell’antitrust al ministero dei trasporti, il rischio che dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato ripartano le richieste di contributo, in relazione del fatturato. Il Consiglio ha ribaltato tutte i precedenti pronunciamenti, dovremo affrontarli. Ho citato questi tre esempi che mi sembrano dimostrativi, ma temo non saranno i soli, della necessità di come si debbano stringere ancor più le fila del nostro operare.
Il momento è difficile ed ognuno di noi può avere motivi di disagio. Proprio per questo si deve fare fronte comune. Così riusciremo a tutelare le nostre realtà associate e la nostra federazione.
Vi informo che stiamo verificando se sia possibile, pur se in numero limitato, prevedere che alcuni nostri rappresentanti dei territori, se lo desiderano, possano partecipare in presenza al prossimo Consiglio.
A me il contatto con le persone manca molto. Interloquire attraverso uno schermo freddo mi mette a disagio. Ma queste sono le regole alle quale dobbiamo attenerci. Vedremo.
Un aspetto ritengo certo. Noi siamo la Fai e non cederemo di un passo!
A presto!
0 commenti