“PERMEABILITA’ ALPINA ESSENZIALE PER LA COMPETITIVITA’ ITALIANA” di Paolo Uggè
In Europa ci bloccano. Il Governo che fa? Un tema essenziale quello dell’attraversamento dell’arco alpino per l’economia nazionale. Certamente vi è da rilanciare il Paese, assumendo a riferimento la necessità di realizzare politiche favorevoli all’ambiente. Su questo tema Conftrasporto non teme alcun confronto. Occorre, però, che le risposte non seguano solo le mode e soprattutto non siano fatte di annunci. E’ necessario operare non dimenticando che si dovrà poter coniugare le esigenze del sistema produttivo con quelle del rispetto ambientale. Il rischio, in caso di una non auspicabile sottovalutazione, è di portare al fallimento il Paese.
Assumo a riferimento la permeabilità dei valichi alpini. La grande industria, da tempo, ha provveduto a dislocare le proprie attività produttive in Paesi dove il costo del lavoro e del fisco non è paragonabile a quello sostenuto in Italia, così come la funzionalità della burocrazia non è confrontabile con quella italiana. Così ha scelta di delocalizzare. Ma chi governa il Paese dovrebbe essere consapevole che la nostra economia, come zoccolo duro, si regge sulla piccola e media impresa che generalmente non apre sedi all’estero ma paga le imposte in Italia. Quindi il tema della competitività è essenziale anche perché nel modo di produrre, il fattore tempo è un elemento fondamentale. Questo valore sembra essere centrale per i paesi confinanti ma ritengo sottovalutato dai nostri governanti. E’ così’ che nel giro di pochi anni si sono introdotti sempre più ostacoli e limitazioni alle attività delle imprese di trasporto con il brillante risultato, non per noi, di rendere meno competitivi i nostri prodotti ed i nostri trasporti. La motivazione si ritrova, oltre che sui costi più contenuti del lavoro, nelle false ragioni ecologiche addotte. Le misure applicate al Brennero ne sono l’esempio più evidente.
Nel prossimo mese di ottobre il tunnel del Monte Bianco, per lavori di manutenzione resterà chiuso. Essere preoccupati del rischio che, se continueranno le limitazioni (prima erano le questioni ambientali, oggi quelle di natura sanitaria, senza dimenticare le conseguenze determinatisi con la Brexit) l’economia che è fondata sulla capacità di trasformazione, oltre che di produzione, ridurrà la propria competitività, è reale e da non sottovalutare.
Questo tema è stato l’incipit dell’incontro tenutosi il 19 marzo con il capo di Gabinetto della Commissaria europea ai trasporti, Goetz Walter, sul quale relaziona il segretario generale Manfron nella Sua nota. Le limitazioni, talvolta accompagnati da comportamenti ostili, praticati ai punti di ingresso di alcuni paesi (Austria, Germania in primis) da funzionari addetti ai controlli, non sono più accettabili e sostenibili dalle imprese nazionali. Questo è stato evidenziato in modo puntuale.
Al di là dei dati prodotti e delle assicurazioni sull’interessamento che il Gabinetto della Commissaria riserva alla questione, temo che l’atteggiamento discriminante tenuto dall’Austria, quand’anche l’emergenza Covid cessi in tempi brevi (auguriamocelo tutti) proseguirà con altre forme. il rischio che il tema ecologico tornerà dominante, non è ipotetico e le conseguenze continueranno a ricadere sulle imprese italiane. Questa forma di penalizzazione deve cessare.
Ecco perché tocca al Governo italiano assumere un atteggiamento adeguato. Un ministro del passato che si era trovato proprio all’inizio del suo mandato a dover gestire il blocco al Brennero negli anni ‘ 90 diceva che con le “chiacchiere non si fanno frittelle”. Occorrono i fatti. Proprio quelli che, da tempo, chiediamo ai vari ministri dei trasporti, compreso l’attuale ministro delle Infrastrutture e modalità sostenibile. Le lettere e le dichiarazioni non risolvono. E’ ora di dire basta e di pretendere dall’Unione europea fatti concreti!
Nel corso dell’incontro ho fatto presente al capo di Gabinetto della Commissaria che non mi sentivo in alcun modo di escludere che iniziative spontanee, che potrebbero anche sfociare in qualche blocco ai confini, si possano verificare. Almeno la Commissione apra le procedure sanzionatorie previste dai trattati e istituisca misure per facilitare i passaggi. Sarebbe una dimostrazione concreta di interesse.
Al capo del governo italiano ed al ministro competente torno invece ad evidenziare quanto in ottobre si riverserà, non solo sulle attività di trasporto ma sull’intera economia, se non saranno superate ed eliminate le limitazioni al Brennero ed a queste si aggiungeranno quelle necessarie ad effettuare i lavori al Bianco. Sarò ripetitivo ma sia ad est che ad ovest l’economia del Paese subirà limitazioni e questo avverrà proprio mentre la fase di ripresa, dopo la pandemia, (ce lo auguriamo tutti) dovrebbe avviarsi verso l’auspicabile e significativa fase di ripresa. Non lo si vuole considerare?
Ritengo che la frase che ha fatto il giro del mondo: Whatever it takes (tutto ciò che è necessario), e che è stata pronunciata da Mario Draghi da presidente della Bce, dovrebbe tramutarsi in fatti concreti anche per evitare una involuzione che, se non affrontata, potrà divenire un’emergenza dei prossimi mesi.
Se così non fosse saremmo alle solite “ciacole”.
Paolo Uggè
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