IL BRENNERO E LA POLITICA DEI TRASPORTI ATTRAVERSO LE ALPI
Ieri, 19 maggio, si è tenuto il Webinar sulla questione del Brennero organizzato da Unioncamere si riportano, di seguito, la sintesi di alcuni interventi e i documenti presentanti durante l’incontro.
Da anni il tema del Brennero occupa stabilmente il dibattito pubblico italiano ed europeo. Un nodo fondamentale per la circolazione delle nostre merci che vengono esportate in tutta Europa, lungo l’asse Scandivano-Mediterraneo per un valore di interscambio complessivo di 170 miliardi di euro. Troppo spesso però si è verificata una vera e propria strozzatura politica e geografica che ora, nel momento in cui l’economia sta cercando di ripartire dopo i danni della pandemia, risulta particolarmente dannosa soprattutto grazie alle decisioni del Governo tirolese che dal 2017 ha imposto una serie di divieti settoriali al transito dei mezzi pesanti che sta mettendo seriamente in crisi gli operatori del settore. Per questa ragione Unioncamere, con i sistemi camerali di Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto, con il supporto di Uniontrasporti, hanno realizzato il report “Il Brennero e la politica dei trasporti attraverso le Alpi” (clicca qui….), illustrato alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini e del presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli.
Intervento Presidente Confcommercio – Carlo Sangalli
Sangalli: “Infrastrutture e logistica carenti costano ogni anno 34 miliardi di Pil”
Il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli, ha osservato che il tema del Brennero “ci porta a condividere alcune riflessioni generali sui divari infrastrutturali con le economie più avanzate“. “Le infrastrutture – ha aggiunto Sangalli – sono dei potenti centri di gravità che una volta realizzate attivano flussi e fanno girare l’economia“. Secondo il presidente di Unioncamere, “l’Italia sconta sia il gap geografico che le sue storiche carenze infrastrutturali e con una logistica non efficiente che ci fa perdere ogni anno 34 miliardi di Pil. Se oltre a questo vengono imposte unilateralmente restrizioni alla circolazioni tra le merci, come nel caso del Brennero la situazione non può che peggiorare“. Secondo Sangalli le decisioni del Tirolo configurano “una palese violazione del diritto alla libera circolazione delle merci tra gli stati membri dell’unione europea. Chiediamo che la Commissione europea svolga il suo ruolo di guardiano e garante dei trattati”. Sangalli ha concluso il suo intervento ricordando l’impegno del governo con la scelta di dedicare oltre 42 miliardi del Pnrr per la mobilità sostenibile.
Intervento Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili – Enrico Giovannini
Giovannini: “Brennero direttrice fondamentale”
Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini è intervenuto alla presentazione del report Uniontrasporti. “Il Brennero – ha detto il ministro – è una riflessione centrale per il nostro Paese ed è stata la prima emergenza che ho dovuto affrontare da ministro. Da allora ci sono stati contatti con i miei omologhi austriaco e tedesco cercando di risolvere i problemi con una visione di medio termine”. “Per noi è una direttrice fondamentale e quindi lo sviluppo di questo corridoio deve essere oggetto do collaborazioni tra istituzioni statali e regionali. Dobbiamo difendere le prerogative della nostra industria contemperando le esigenze delle diverse parti interessate nel pieno rispetto dei principi di libera circolazione delle merci e della libera concorrenza”. Secondo Giovannini, “il perseguimento degli obiettivi climatici nell’agenda del 2030 non può non essere preso in considerazione da tutti gli attori in scena. Il tema dei divieti unilaterali introdotto dal Tirolo ha colpito l’autotrasporto italiano: la nostra posizione è da sempre la stessa: i divieti unilaterali non sono conformi al diritto europeo”. “Ovviamente la costruzione della galleria di base è di rilevanza fondamentale, anche se non sarà possibile fino al 2030-2031. In attesa di questo cambiamento che porterà molto traffico merci a spostarsi da gomma a rotaia, dobbiamo capire cosa si può fare nel breve termine per accelerare la transizione e il rapporto di Uniontrasporti va in questa direzione”. “Il settore privato – ha aggiunto Giovannini – deve capire che la competizione si farà nella direzione della transizione ecologica e dello sviluppo delle infrastrutture. L’Italia soffre di investimenti privati troppo bassi rispetto ai competitor europei. Il ministro ha poi sottolineato che “la cooperazione europea non può non passare da un’analisi comparata dei Pnrr nazionali. Non si può fare un mosaico di programmi prendendo un pezzo qua e un pezzo là. Nel Pnrr è inserito il progetto del Brenner green corridor. Non possiamo non pensare al corridoio come modello di cooperazione. Discuteremo con Austria e Germania sui nostri ripettivi Pnrr”. Un’altra delle sofferenze individuata dal ministro è il Piano generale della logistica e trasporti che è stato fatto nel 2001: “un tempo troppo lontano – ha concluso Giovannini – perché possa consentire al nostro paese di essere moderno. Metteremo mano a questo piano”.
Intervento Presidente FAI-Conftrasporto – Paolo Uggè
Uggè: “L’Austria da anni penalizza il sistema produttivo italiano”
Il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, partecipando alla tavola rotonda dopo la presentazione del rapporto, ha ricordato che “sono anni che l’Austria in particolare attua una politica di contenimento penalizzante solo per il trasporto pesante ma per l’intero sistema produttivo italiano. Le scusanti addotte la qualità dell’aria e la possibilità di far ricorso al trasporto su ferro si commentano da sole. Le autovetture dei turisti non emanano inquinanti? E la saturazione oraria, unita alle pendenze del 26% esistente sulla linea ferroviaria, assicura la rapidità dei collegamenti? La competitività ormai vede nella componente tempo l’elemento essenziale. Ed il governo austriaco la sa bene. Chi sembra non comprenderlo è il governo italiano“.
Uggè ha poi sottolineato che “gli interventi effettuati presso la Comunità europea sono stati numerosi. In taluni casi il governo austriaco (il sistema degli eco punti venne eliminato in sede europea) uscì perdente dal contenzioso creatosi ma ora si sta prendendo la rivincita e le limitazioni introdotte sono fortemente penalizzanti per il sistema Italia. Pensare di rilanciare l’economia dopo la fase pandemica mantenendo queste limitazioni è illusorio; così come limitarsi a chiedere l’intervento delle Autorità comunitarie. Non si otterrà nulla”. “Ciò che serve – ha detto Uggè – è la reciprocità nei trattamenti. In Austria i veicoli pesanti austriaci sono liberi di circolare ed addirittura sono previsti anche divieti per carichi di merce ritenuta altamente inquinante , come i carichi di legname”.
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