Comunicazioni del Presidente
In questi giorni il Parlamento Europeo sta discutendo norme che riguardano da vicino la vita dei cittadini d’Europa ed in particolare di chi opera nel mondo dei trasporti.
Ne abbiamo parlato spesso ed abbiamo chiaramente contestato il teorema. Gli interessati ad approfondire l’argomento possono documentarsi leggendo, oltre alle posizioni dei sostenitori della tesi: “trasporti uguale più inquinamento” anche quelle contrarie, contenute nella petizione inviata all’ONU che vede come primo firmatario Ivar GIaever, premio Nobel per la fisica, e sottoscritta da mille scienziati, ed altri premi Nobel ed esperti. Il libricino, redatto dal Professor Franco Battaglia, per chi fosse interessato a documentarsi, lo può trovare anche tramite Amazon.
Abbiamo più volte evidenziato come sia dubbia la scelta del “tutto elettrico”. Innanzitutto come si produce la fonte. In secondo luogo sulla rete di rifornimento oggi totalmente inadeguata. Se poi si aggiungono le tesi che evidenziano come calcolando l’intero ciclo che produce l’energia elettrica i valori di inquinamento non sarebbero esistenti e che ad 80 kilometri di velocità i valori di inquinamento sarebbero identici al diesel, dei dubbi potrebbero insorgere.
Molto si è detto sui due fronti che sostengono tesi contrapposte. Alcuni riflessioni tuttavia inducono a non dover sottovalutare le decisioni del Parlamento europeo. Se non esistesse la certezza che la fonte elettrica è energia pulita come è possibile obbligare l’utilizzo ad una scelta imposta da ideologie che non hanno, in alcun modo tenuto conto il principio della neutralità delle fonti energetiche. Perché penalizzarne altre?
Questa considerazione non sembra trovare sufficienti consensi a livello di organismi comunitari. il che sovviene è se sia legittima e compatibile con i principi giuridici una simile decisione.
Ma vi è un altro aspetto che preoccupa. Il litio, elemento necessario per alimentare le batterie necessarie a fornire l’elettricità è prodotto in gran parte in paesi come la Cina o l’Ucraina il che ci porterebbe ad una evidente dipendenza da Paesi non particolarmente stabili. Infine se osserviamo i dati dell’inquinamento si nota che per emissioni annuali di CO2 che sarebbero oggi di 37 Giga tonnellate: quasi un terzo sono emesse dalla Cina, seguita dall’India e dagli U.S.A. mentre l’euro zona partecipa con un 8%. La domanda allora è quale sono le motivazioni per penalizzare le economie europee, visto che l’inquinamento non è certamente un fenomeno statico? Perché dobbiamo castrarci come economia europea? E la domanda conseguente è perché l’Italia ed il Suo Governo accetta una simile linea?
Conftrasporto da tempo si batte con costanti contatti con parlamentari e gruppi europei. Sul nostro sito riportiamo, senza alcuna preferenza, le singole posizioni dei parlamentari e dei gruppi politici che ci fanno pervenire le loro posizioni. Sono pubblicate sul sito Conftrasporto. Certo spiace constatare dichiarazioni di leaders di forze politiche importanti come quelle rilasciate dall’On.le Enrico Letta mentre non possiamo che compiacerci per quelle assunte da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, in particolare dal vice presidente del PPE on. Antonio Tajani. Certo esistono anche singoli parlamentari riconducibili al Pse o ad altri partiti che sono parte delle forze laiche e della sinistra socialista che hanno rafforzato la posizione dei gruppi anzidetti, ma il fatto è che le decisioni assurde, a nostro avviso, assunte arrecheranno danni economici notevoli al sistema Italia. Informeremo le nostre realtà associate che debbono poter informare le imprese di quale sia il loro comportamento. La gente deve sapere!
Abbiamo assistito, come anzidetto, a prese di posizione significative ma riteniamo che debba essere il Governo con il proprio Presidente del Consiglio ad assumere iniziative forti, magari anche arrivando a minacciare posizioni di veto.
Un periodo, dunque, delicato e difficile che come Conftrasporto stiamo seguendo e che contrasteremo fino alla fine. Contiamo sul vostro appoggio e sul vostro sostegno. Conftrasporto/Concommercio c’è!
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