Comunicazioni del Presidente di Conftrasporto Paolo Uggè
Per avere espresso dubbi e mie convinte preoccupazioni sulla decisione di affrontare a cuor leggero il tema della decarbonizzazione, attraverso una politica dei divieti a prescindere, ho ricevuto reprimende da parte di coloro che ritengono fondate le “teorie Gretine” che sostengono come il cambiamento climatico sia una conseguenza delle emissioni di CO2 in atmosfera.
Ho citato a supporto dei miei dubbi la petizione che mille esperti e premi Nobel hanno redatto ed inviato all’Onu (invitando a leggerla visto che il professor Battaglia l’ha pubblicata in un libretto). Non conosco se il mio suggerimento sia stato ascoltato o meno ma ripeto esistono dati e dimostrazioni di quanto la teoria che è alla base degli interventi sui quali è aperto un serrato dibattito in Europa non possa essere paragonata alle sacre scritture e questo indurrebbe a riflettere sulla possibile strumentalità della transizione ecologica.
Da non dimenticare inoltre che in un momento di serie difficoltà economiche (dopo la fase pandemica non del tutto esaurita e la situazione non tranquilla per la guerra tra Russia ed Ucraina) interventi limitativi alle libertà di intraprendere non potranno che danneggiare le imprese nazionali.
Per questo credo sia doveroso, per chi rappresenta gli interessi nazionali, sforzarsi di tutelare al massimo le proprie imprese. Dalle ultime notizie abbiamo invece appreso che il Parlamento U.E., per il trasporto e la logistica, hanno esteso la soluzione che “monetizza l’ambiente”, sostanzialmente comprando le quote di inquinamento. Forse è una semplificazione ma rende chiaro quello che produce quella norma: maggiori costi per le imprese di trasporto e logistica. Non è ancora del tutto conclusa la vicenda in quanto ora, vista la diversità di pronunciamenti, si dovrà ricorrere al trilogo per trovare una intesa tra Consiglio, Parlamento e Commissione. Ecco perché è utile mobilitarsi!
Quanto successo appare in netta controtendenza con quanto è stato annunciato in Germania dal ministro delle Finanze che si è dichiarato contrario alle scelte di un ambientalismo esasperato, preannunciando il voto contrario del Governo tedesco. Manterrà quanto dichiarato? E il Governo italiano come si esprimerà?
Resta incomprensibile il silenzio di chi dovrebbe tutelare il mondo del trasporto e della logistica ma in modo particolare di quelle forze politiche che a parole assumono tanti impegni ma nei fatti ubbidiscono a coloro che in modo evidente hanno altri interessi. Sia molto ben chiaro che personalmente sono convinto che non si debba rinunciare alle iniziative che tutelano l’ambiente. Ma occorre comprare tempo. Contemporaneamente tuttavia non si può dare troppa credibilità alle aspettative suscitate da dichiarazioni che invece finiscono per corrispondere, alla prova dei fatti, agli interessi di gruppi finanziari che in modo evidente portano avanti il proprio sostegno ad una sola fonte energetica, l’elettrica. Ed il principio della neutralità tanto invocato dove è andato a finire? Perché non si spiega alla gente che tutto il ciclo che produce l’energia elettrica forse è addirittura più inquinante del gasolio o di altre fonti fossili?
Una riflessione è d’obbligo per coloro che si pongono l’obiettivo di tutelare le future generazioni, sul serio. E per quanto posso intendo dare il mio contributo a far emergere la realtà. Queste scelte forse tuteleranno il domani ma certamente affossano il presente. “Primum vivere deinde philosofari”, dicevano i latini (prima di tutto vivere poi fare della filosofia).
Quanto approvato prevede, in sostanza, che l’autotrasporto potrà acquisire il “potere di inquinamento” acquistandone il diritto da coloro che gestiscono e vendono il prodotto. Ovviamente l’onere verrà scaricato sul prezzo. Questa è una scelta che manterrà il triste primato del costo più caro, in netto contrasto con le intese raggiunte con il Governo. Se si intende agire in tale modo perché non definire un prezzo europeo che eviterebbe all’Italia di avere il triste primato del prodotto più costoso. Uguali e forse più pesanti effetti ricadranno ovviamente anche sulle attività marittime.
Vi sarà un’altra entità, oltre alle imprese di autotrasporto, che propenderà, se il prezzo del prodotto sarà più competitivo, a rifornirsi nei paesi esteri. Le navi faranno scalo nei porti di Paesi, come quelli del Nord Africa, non assoggettati a queste regole. Diminuirà conseguentemente l’introito fiscale per il nostro Paese. Chi pensa che la scelta sia una “buona notizia” per le imprese dimentica che la competitività sempre più si realizza in gran parte sul prezzo.
Spiace che i gruppi parlamentari di Pd e 5 Stelle abbiano dato il loro sostegno a questa scelta e la stiano in “modo politico” argomentando. A loro dire in questo modo si proteggono le nostre imprese. Lega, Fi e Forza Italia, invece si sono espressi in modo contrario.
Sarei curioso e felice di poter pubblicare una spiegazione pratica da parte dei gruppi favorevoli di come le imprese nazionali otterranno i vantaggi annunciati. Ovviamente con parole semplici. Probabilmente non siamo noi a non essere in grado di comprendere il grande vantaggio procurato ma coloro che lo hanno sostenuto certamente riusciranno a renderlo comprensibile. Mentre attendiamo parole chiare che illustrino questi vantaggi, da parte nostra chiediamo al Governo nazionale nel “trilogo” di fornire il sostegno alle posizioni contrarie, come già espresse, da parte del ministro delle Finanze tedesco che non ritengo si pronunciasse senza conoscere la materia e le sue conseguenze.
23 giugno 2022
Dichiarazioni Eurodeputati Lega
Eurodeputati Lega, da Ue e sinistra ennesimo schiaffo a imprese e lavoratori italiani
Bruxelles, 22 giu – “Oggi dall’Ue e dalla sinistra l’ennesimo schiaffo alle imprese e ai lavoratori italiani, sulle cui spalle cadranno nuovi costi, nuove tas e nuovi obblighi a dispetto della crisi. Dopo la figuraccia dell’ultima plenaria con la ‘maggioranza Ursula’ in frantumi, le sinistre illiberali tassa e spendi richiamano all’ordine il Ppe e quelle forze che, almeno sulla carta, dovrebbero difendere i valori del centrodestra. Da Ppe e Renew ci aspettavamo più coraggio e maggiore sostegno agli emendamenti di buonsenso che, come Lega e come gruppo Id, abbiamo presentato per correggere il tiro di alcuni dei provvedimenti, come più flessibilità, tempi più ragionevoli, esclusione di settori chiave come trasporti, riscaldamento, impianti di termovalorizzazione, maggiore tutela di comparti a rischio delocalizzazione. Purtroppo ha prevalso la sudditanza a Verdi e sinistre, che ancora una volta sacrificano settori importanti per l’economia del Paese sull’altare dell’ideologia green e favoriscono competitor come la Cina, senza effettivi impatti a salvaguardia dell’ambiente. Un compromesso al ribasso che in alcuni casi persino peggiora le proposte iniziali, bocciate dall’aula lo scorso mese. Senza i giusti correttivi, gli effetti rischiano di essere devastanti: la Lega non sarà complice di queste scelte”.
Così in una nota gli europarlamentari della Lega commentano il voto odierno del Parlamento Europeo sul Fit for 55.
Dichiarazioni Patrizia Toia (PD) pubblicata su Facebook
𝗖𝗟𝗜𝗠𝗔: 𝗧𝗢𝗜𝗔 (𝗣𝗗), 𝗢𝗞 𝗗𝗔𝗟 𝗣𝗔𝗥𝗟𝗔𝗠𝗘𝗡𝗧𝗢 𝗨𝗘 𝗔 𝗧𝗔𝗥𝗚𝗘𝗧 𝗘𝗠𝗜𝗦𝗦𝗜𝗢𝗡𝗜 𝗘 𝗧𝗔𝗦𝗦𝗔 𝗔𝗟𝗟𝗘 𝗙𝗥𝗢𝗡𝗧𝗜𝗘𝗥𝗘, 𝗗𝗜𝗙𝗘𝗦𝗢 𝗟’𝗔𝗠𝗕𝗜𝗘𝗡𝗧𝗘 𝗘 𝗣𝗥𝗢𝗧𝗘𝗧𝗧𝗔 𝗟’𝗜𝗡𝗗𝗨𝗦𝗧𝗥𝗜𝗔
“Con il via libera alla riforma dell’ETS (European Trading System) e del Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), il Parlamento europeo ha confermato gli impegni dell’Unione europea sulla lotta al cambiamento climatico. È una buona notizia per i cittadini ed è una buona notizia per le industrie, che quando il pacchetto Fit for 55 sarà finalizzato con l’accordo con il Consiglio, potranno contare su certezze giuridiche a lungo termine e saranno incentivate ad aumentare efficienza e competitività. Con la tassa alle frontiere l’Europa difende le proprie industrie dalla concorrenza sleale e dal dumping ambientale dei Paesi terzi e allo stesso tempo introduce un incentivo concreto per il miglioramento degli standard ambientali nel resto del mondo. Le aziende europee avranno il tempo utile, ma non eccessivo, per i doverosi e indispensabili investimenti da fare per ridurre le proprie emissioni nocive, con gradualità nella curva di riduzione, ma garantendo che il sistema di quote gratuite sia superato più velocemente”.
Lo ha dichiarato Patrizia Toia, eurodeputata Pd e vicepresidente della commissione Industria, Ricerca ed Energia.
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