Uggè (Fai – Conftrasporto): sulla decarbonizzazione è errato pensare settorialmente
Credo che la lettura delle dichiarazioni del fondatore di Alis possano indurre a riflessioni quelle imprese che si sono sentite, o che ancora si sentano attratte, da chi sostiene in più occasioni di rappresentare il mondo dell’autotrasporto.
Non c’è che dire: le dichiarazioni sono chiare.
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“Sono rimasto sinceramente allibito nel leggere le ultime esternazioni di Emanuele Grimaldi” così Paolo Uggè, Presidente FAI – Conftrasporto, a proposito delle dichiarazioni rilasciate dal Presidente di Alis in occasione dell’Euromed di Atene. “Muovendo da una – peraltro condivisibile – critica all’ETS, il fondatore di Alis, non riesce a resistere alla tentazione di prendersela con gli autotrasportatori, additati, ancora una volta, come concorrenti dell’armamento e pericolosi inquinatori”.
“La scelta di destinare parte del gettito ETS per finanziare gli incentivi al combinato strada-mare può apparire inaccettabile solo a chi non riesce a comprendere l’importanza dell’integrazione modale” prosegue Uggè “Il Presidente Grimaldi, che pure guida un’associazione che vorrebbe – almeno nelle intenzioni dichiarate – proporsi come aggregatore dell’intera filiera del trasporto, dimostra purtroppo di non riuscire a emanciparsi dalla logica della competizione settoriale. Per vincere la sfida della decarbonizzazione e rendere il sistema logistico nazionale sempre più solido ed efficiente, però, occorre ragionare in chiave sistemica, valorizzando l’apporto di tutte le modalità di trasporto. Quindi una politica che abbracci l’intero sistema portuale, retroportuale e interportuale, ferroviario e stradale. Perché non vederla allora attraverso un unico ministero dello sviluppo economico, trasporti, delle infrastrutture e dell’ambiente?”
“Infine” chiosa Uggè “sarebbe auspicabile che la smettessimo di nasconderci dietro un dito quando si parla di ETS. Il Presidente Grimaldi sa benissimo che i maggiori costi legati a questa nuova tassa attualmente gravano proprio sugli autotrasportatori, che da ormai diversi mesi hanno visto aumentare significativamente il costo dei noli marittimi. Destinare gli introiti ETS al finanziamento del Sea Modal Shift è dunque doveroso per garantire la competitività stessa del combinato strada-mare che rischia di diventare, altrimenti, un’alternativa economicamente proibitiva”.
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