Gent.ma Ministra,
con la presente desideriamo rappresentarLe la preoccupazione diffusasi tra le migliaia di operatori della categoria dell’autotrasporto merci sulle previsioni contenute nella bozza del DL Ambiente e, data la gravità della situazione, gli organi esecutivi della scrivente Unione auspicano un’urgente convocazione per affrontare le questioni emergenziali.
La bozza del DL, circolata alcuni giorni fa, punta a cancellare le spese fiscali dannose per l’ambiente tra cui i “sussidi fiscali dannosi” quali i rimborsi accise per il gasolio da autotrazione. Il testo prevede la riduzione nella misura di almeno il 10% già a partire dal 2020 fino al progressivo annullamento entro il 2040.
Riteniamo che il provvedimento proposto sia drastico e socialmente inattuabile se si vuole salvaguardare da un lato la tenuta del tessuto economico-produttivo e dall’altro le entrate per le casse dello Stato derivanti dagli incassi sulla tassazione dei carburanti.
L’autotrasporto merci paga allo Stato italiano più di quanto riceve in termini di sussidi.
L’Italia, infatti, è al secondo posto nell’UE per il prezzo più alto del gasolio per autotrazione pagato dalle imprese: 1.245 euro per 1.000 litri al netto dell’Iva.
Pertanto il rimborso di una quota delle accise previsto con credito d’imposta per il comparto dell’autotrasporto serve per compensare i maggiori costi che gli operatori italiani sostengono rispetto ai competitors per stare sul mercato.
Ecco perché per la categoria sarebbe inaccettabile qualsiasi ipotesi di taglio al rimborso accise sul gasolio, che darebbe il colpo di grazia ad un settore gravato da una perdurante crisi che ha visto morire circa 20 mila imprese negli ultimi 10 anni.
Lo scrivente coordinamento ritiene essenziale attivare strumenti finanziari e normativi per permettere alle imprese di stare sul mercato e vincere la sfida della competitività.
A tal proposito cogliamo con piacere le Sue ultime dichiarazioni a seguito della partecipazione al Consiglio Ue Trasporti durante il quale ha riscontrato una comune sensibilità sulla questione dei combustibili e sull’idea di una transizione inclusiva, che abbia un impatto sociale positivo.
E’ apprezzabile che sia stata assunta dall’Italia una posizione netta sulla necessità di prevedere un piano strategico con aspetti finanziari utili per accompagnare anche gli operatori privati nel “passaggio”.
Le segnaliamo che è ormai avvertita anche dall’autotrasporto la necessità di affrontare la questione della tutela dell’ambiente. Per questo siamo convinti che il Governo debba prevedere un piano programmatico che permetta alle imprese di affrontare la transizione ecologica mantenendo competitività, redditività e dignità.
I tagli ai sussidi, previsti dal Dl Ambiente, che investissero l’autotrasporto sarebbero pertanto insopportabili perché il Governo verrebbe meno agli impegni assunti con la categoria, con cui si vuole agevolare gli operatori del trasporto ed il comparto della produzione industriale, manifatturiera ed agricola nel reggere l’urto della spietata concorrenza estera per compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese italiane.
A tal fine di seguito ribadiamo la necessità di dare seguito urgentemente all’attivazione delle tre misure fondamentali per il settore:
– l’operatività del Fondo ad hoc per il rinnovo del parco veicolare merci (cui sono stati già destinati 100 milioni di euro), che punti alla sostituzione graduale e completa attraverso la rottamazione dei mezzi più inquinanti con mezzi di ultimissima generazione, a bassissime emissioni, tecnologicamente avanzati e più sicuri perché dotati di frenata assistita. Oltre che il clima e la sicurezza ne beneficerebbero anche il mondo dell’automotive (che registra cali drastici nelle vendite negli ultimi mesi) e lo Stato, che aumenterebbe il gettito Iva su ogni nuovo veicolo acquistato.
– ripubblicazione periodica dei valori indicativi di riferimento dei costi di esercizio dell’impresa di autotrasporto per conto di terzi ad opera della competente Direzione Generale per il trasporto stradale e per l’intermodalità del Ministero Infrastrutture e Trasporti, in attuazione dell’articolo 1, comma 250 della Legge 23 dicembre 2014, n. 190 – Legge Stabilità 2015, tenendo conto nella definizione numerica di tali valori delle indicazioni contenute nel Parere dell’Autorità Garante della Concorrenza del 2017
– reale operatività della normativa sui tempi di pagamento a beneficio di tutti gli operatori della filiera, prevedendo legislativamente la indeducibilità della fattura per chi non ha pagato tempestivamente il proprio fornitore del servizio di trasporto o di un servizio ancillare.
Considerato il difficile contesto per il settore, in caso di mancata convocazione a breve termine, si renderà necessario assumere le decisioni conseguenti a tutela delle imprese che rappresentiamo.
L’occasione è gradita per porgere i migliori saluti.
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